Un menù troppo ricco può confondere - non solo al ristorante, ma anche su un sito e-commerce. È da qui che parte il progetto raccontato da Alberto Galli (De’Longhi) al Netcomm Forum: semplificare il menu globale del sito per renderlo più chiaro, efficace e performante — senza sacrificare branding, SEO o esigenze locali. Il tutto... in tre settimane.
La ricetta De’Longhi per il redesign del menu
Come un buon caffè, servivano ingredienti giusti e metodo rigoroso:
1. Analisi dell’esperienza Grazie a Contentsquare, il team ha analizzato sei KPI chiave su desktop e mobile. Il menu risultava complesso, con voci poco chiare, elementi non cliccabili ma attrattivi, immagini ignorate, conversioni basse da mobile e una struttura troppo rigida per i vari mercati.
2. Raccolta dei requisiti interni Il business voleva spingere categorie strategiche, il brand puntava su un'immagine premium, i mercati locali avevano richieste specifiche, la SEO imponeva di mantenere certe voci e il team tech aveva solo tre settimane di tempo... La soluzione? Una comune fonte di verità: i dati.
3. Test guidati dai dati Ogni ipotesi è stata validata con test rapidi e iterativi. I dati hanno trasformato i pareri in insight e gli insight in soluzioni.
I key learnings dagli A/B test
“Semplificare” non vuol dire “tagliare”: Spostare alcune categorie strategiche al primo livello del menu non ha funzionato: gli utenti seguono la propria logica di navigazione, non quella del business.
Una strategia globale, ma locale: ogni mercato ha un diverso grado di maturità. Mentre in paesi come l’Italia prevale l’interesse per le funzionalità dei prodotti, in Germania l’interesse è più tecnico: il menù deve adattarsi.
Un header più chiaro migliora (davvero) l’engagement: Un header più pulito e allineato agli standard UX ha aumentato significativamente le performance: +7,5% di click sul menu, +75% sull’account, +4% di ricerche e +6 punti percentuali nella conversione da mobile.

PRIMA / DOPO
Il nuovo menu
Grazie agli insight raccolti, è nato un menu completamente rivisto, soprattutto nella versione mobile: meno voci, più chiarezza, immagini contestualizzate e call to action più evidenti.
Ma la vera innovazione è stata l’introduzione di un carosello dinamico, uno strumento che ogni mercato può personalizzare con contenuti ad hoc adatti ai comportamenti locali, misurabili e testabili in tempo reale.

![[Asset] Customer story - De longhi](http://images.ctfassets.net/gwbpo1m641r7/7p0xjZn88TJkI1KD8qUi4n/fa03298446267fd2335c1a8fbcc518a8/Deâ__Longhi.svg.png?w=3840&q=100&fit=fill&fm=avif)
Un design efficace è il risultato di collaborazione, non di compromessi forzati.
![[Asset] Customer story - De'longhi Alberto Galli](http://images.ctfassets.net/gwbpo1m641r7/6Sq6o4oE1xhtU53fWonQFW/b1e1736611e350d020b827a64ca6bad2/Alberto_Galli.png?w=2048&q=100&fit=fill&fm=avif)
Il valore portato da un designer non è solo estetico, ma strategico: design significa mediare tra esigenze di business e aspettative dell’utente, traducendo i dati in decisioni concrete. Il caso De’Longhi ci insegna che la customer experience non si improvvisa: si costruisce, un test alla volta.